L'impagabile scelta di Damiano

Storia di un rinnovo a 1500 euro al mese...

Nel pomeriggio del 1 settembre 2005, le prime agenzie battono la notizia:


CALCIO/ ROMA, TORNA TOMMASI PER UNA STAGIONE

01/09/2005 - 15:57
Il centrocampista si sta allenando con la squadra

Roma, 1 set. (Apcom) - Il centrocampista Damiano Tommasi torna a vestire la maglia della Roma. Il giocatore, che si sta allenando con la squadra, ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2006 al minimo federale.

Damiano Tommasi e' di nuovo un calciatore della Roma. Societa' e giocatore hanno firmato un nuovo contratto valido per la stagione in corso al minimo federale. Il centrocampista tornera' cioe' in maglia giallorossa per una cifra pari a 15 mila euro per dieci mesi. Una sorta di sfida quella che ha voluto accettare Tommasi dopo essere stato fermo per una stagione intera, quella scorsa, a causa di un serio infortunio ad un ginocchio che si e' procurato in un'amichevole estiva alla fine di luglio dello scorso anno.



... la conferma in serata sulla homepage di Damiano:


Come promesso... - by Damiano @ 01.09.2005 20:06:01
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Ora ho squadra... non è ancora ufficiale per qualche piccolo particolare ma è questione di poco tempo. Rimarrò alla Roma ancora un anno, spero di trovare sul campo conferme al mio ottimismo e mi auguro di tornare utile al più presto.
Qualche dettaglio in più nei prossimi giorni visto che da oggi non potrò più dire e scrivere ciò che mi pare e mi piace nella totale libertà di tempi e modi ma dovrò giustamente attenermi ad un regolamento.
Sono motivato, è un nuovo inizio e come ogni primo giorno sono un po' emozionato...



... e subito dopo il messaggio al suo forum:


Inserito da Damiano il 01/09/2005 - 20:22:02
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Non è ancora ufficiale ma ... io la firma l'ho messa!!
Ho deciso di provarci ancora una volta, a Roma nella Roma e con i miei compagni di squadra che ho lasciato qualche mese fa.
Voglio vedere se l'ottimismo di cui parlo in homepage è confermato dai fatti e voglio vedere se posso fare ancora questo lavoro (ne sono quasi del tutto convinto).
Non mi è mai piaciuto lo 'sbandierare' il contenuto dei contratti e non mi piace nemmeno oggi, ognuno fa delle scelte che sono sempre determinate dai 'pro' e dai 'contro'.... i 'pro' hanno sempre la meglio nella decisione finale.
Ora sotto con il lavoro sul campo.

Damiano.


Le anticipazioni da "Il Romanista" del 01.09.2005:



IL CENTROCAMPISTA E' PRONTO AD INIZIARE LA SUA DECIMA STAGIONE IN GIALLOROSSO

E oggi firma anche Tommasi

In estate ha già giocato col Sant'Anna, la squadra del suo paese

Oggi inizierà la decima stagione di Damiano Tommasi con la maglia della Roma. La nona da giocatore, visto che quella passata, dal tremendo infortunio subito contro lo Stoke City, è stata trascorsa quasi tutta in infermeria e senza disputare neanche una partita ufficiale. Ma ora il centrocampista è pronto, completamente recuperato e oggi firmerà il nuovo contratto. Da giocatore.
La conferma è arrivata ieri, durante la nostra trasmissione “Tutta la vita” in onda su Rete Sport, con le parole dell’agente Andrea Pretti: «Domattina sarò a Roma con Damiano per formalizzare un accordo senza sorprese all’orizzonte».
Un altro anno da romanista, quindi. «La durata del contratto – conferma Pretti – è la cosa più scontata, perché sarà di un anno, come Damiano ha sempre preteso. Anche l’aspetto economico non sarà un problema, perché andiamo verso una soluzione abbastanza atipica, che non ha spazio di possibili correttivi. Comunque, non sarà una prestazione a gettone».
D’altronde per Tommasi, il primo (e l’unico) ad accettare il piano spalma-ingaggi, davvero non è mai stata una questione di soldi, ma di dignità personale. Il primo passo è stato tornare a sentirsi un calciatore, il secondo verificare che nella Roma fossero cambiate alcune cose, che ci fosse la garanzia di trovare uno spogliatoio, di cui è sempre stato leader riconosciuto, finalmente gestibile. Se Damiano firma, e oggi firma, vuol dire che entrambe le cose sono andate come voleva, ed è una doppia bella notizia per tutti.
La notizia che invece pochi sanno è che Tommasi è già tornato a giocare. Lo ha fatto questa estate, mentre osservava da lontano le vicende giallorosse e mentre si allenava da solo, alla ricerca delle giuste sensazioni. Lo ha fatto a casa sua, con la maglia granata del Sant’Anna d’Alfaedo, la squadra con la quale ha cominciato e con la quale ha sempre detto di voler concludere la carriera. Due amichevoli, una contro il Villafranca, una contro il Chievo. Davanti a chi lo ha visto crescere, che in quelle due occasioni lo ha visto rinascere, e tornare a sentirsi un calciatore.
Non ha dimenticato gli amici di un tempo, quando ha voluto tornare a giocare, in attesa di firmare per la Roma. Non si è arreso, quando, dopo lo spaventoso infortunio della scorsa estate, gli hanno consigliato di appendere gli scarpini al chiodo. Non ha mollato, quando, nonostante il duro lavoro, ha temuto che recuperare completamente sarebbe stato impossibile. Ci ha messo tutta la sua volontà, tutto il suo cuore.
Ma chi lo conosce, non ha mai avuto dubbi: quello di Damiano Tommasi è un cuore veramente grande.



I commenti da "Il Romanista" del 02.09.2005:



IL CENTROCAMPISTA FIRMA PER UN ANNO AL MINIMO SINDACALE, GUADAGNERA’ 1500 EURO AL MESE

Tommasi, cosa vuoi di meno?

Dopo l’accordo è sceso subito in campo. Domani test con la Primavera

di Nathanya Di Porto

Ore 14.50 Damiano Tommasi è ufficialmente un giocatore della Roma. O meglio, torna ad esserlo, visto che nella Capitale ha passato gli ultimi nove anni. La sua volontà è stata quella di firmare un contratto di un anno al minimo sindacale. Roba da non crederci. Con le cifre che si sentono girare di questi tempi appare strano trovare un calciatore che si riduca lo stipendio fino ad arrivare ad uno stipendio impensabile per il calcio moderno: 1500 euro al mese. La Roma non ha potuto rilanciare, altrimenti non se ne sarebbe fatto nulla. Possibile? Forse ci stiamo sbagliando di qualche zero. Invece no. E’ tutto vero.
Per tornare a giocare nella squadra giallorossa Damiano non aveva bisogno che fossero costruiti ponti d’oro davanti a sé. Gli è bastato poco. Pochissimo ci verrebbe da sottolineare. Forse è rimasto un romantico che crede ancora in valori diversi da quelli legati ai soldi. Ha atteso per due mesi prima di mettere nero su bianco la sua firma. Qualcuno è stato titubante anche, anzi soprattutto, per colpa dell’infortunio al ginocchio che lo ha costretto a stare fermo per un’intera stagione. Prima di tutto c’era la voglia di verificare che tutto fosse a posto, che il centrocampista potesse tornare a giocare come ai vecchi tempi. Detto fatto, documentazione preparata dal professor Mariani, lo stesso che lo ha operato nel luglio del 2004, e tanti allenamenti. Già, perché Damiano, nonostante sia stato lontano dai compagni per oltre sessanta giorni non è rimasto con le mani in mano. Al contrario. Ha lavorato per conto suo: esercizi atletici, potenziamento muscolare, ma anche il pallone. Quest’estate ha fatto una breve apparizione in ritiro per vedere come se la stava cavando la squadra con il nuovo allenatore. Poi di nuovo telefonate e trattative tra il suo procuratore ed i dirigenti giallorossi. Ogni volta sembrava quella giusta per porre la parola fine su tutta la vicenda. Invece c’è stato un rinvio dopo l’altro. Fino a ieri.
In realtà il contatto tra il suo legale di fiducia, Andrea Pretti, e il ds Pradè c’è stato mercoledì a Milano, ma allora la Roma stava pensando a vicende ben più delicate. Quello che contava era sapere che questa volta c’era la disponibilità da entrambe le parti di chiudere in bellezza. Questo ha rassicurato Tommasi, che stava nella sua Verona a godersi la famiglia e gli amici di sempre. Con la squadra del paese, il Sant’Anna, ha anche disputato un’amichevole contro il Chievo, tanto per non perdere confidenza con le vecchie abitudini. Dalla sua città è partito con Pretti alla volta della Capitale, la cena, un gelato, il pernottamento a San Vincenzo. Ieri mattina attorno alle 10.30 è tornato nella sua casa al Torrino prima dell’appuntamento a Trigoria con il direttore sportivo e Cristina Mazzoleni. Un caffè in amicizia, poi alle 14.50 la firma sul contratto. Dieci minuti dopo Tommasi era pronto a scendere in campo per il suo primo allenamento da giallorosso. Sapeva già tutto del programma di lavoro: oggi sarà al Fulvio Bernardini per la doppia seduta, sabato è a disposizione per l’amichevole contro la Primavera. Nel pomeriggio il ritorno a Verona per festeggiare il compleanno della primogenita Beatrice. Dalla prossima settimana si comincia fare sul serio.
Ah dimenticavamo, il numero di maglia?
Ovviamente il 17.



PENSIERO STUPENDO

L'esempio di Damiano

di Daniele Lo Monaco

La società era disposta rilanciare, ma il suo procuratore non gli ha lasciato margine. Sembra la fine del vecchio rapporto tra la Roma e Cassano, invece è l’inizio del nuovo rapporto tra la Roma e Tommasi.
E’ una bella storia quella che raccontiamo in tutti i particolari all’interno. Una storia d’altri tempi, userebbe dire chi pensa che una volta era tutto bello e oggi è tutto brutto. Invece Damiano Tommasi è un calciatore di oggi e dopo tutto quello che ha passato e sapendo di aver preso dal calcio più di quanto ha dato, ora che si sente in debito ha detto basta.
Giocherà gratis per la Roma, per quanto i regolamenti lo consentono. E quindi col minimo salariale di 1500 euro al mese, netti. Quanto un impiegato. Non ha voluto di più. Irresistibile l’impulso di prenderlo ad esempio alla vigilia del nuovo confronto tra la società e Cassano. Ma non sarebbe giusto. Sono vicende diverse, giocatori diversi, esigenze diverse, retroterra diversi, procuratori diversi. Antonio farà quello che si sente di fare e noi speriamo che deciderà di restare. Però quant’è bello sapere che esistono persone come Damiano. E quant’è confortante sapere che da ieri sta di nuovo con noi.



Lucio Caracciolo: «Commovente»

Quindicimila euro d’amore. Può essere sintetizzata così la scelta di Damiano Tommasi di legarsi per un’altra alla sua Roma percependo il minimo sindacale. Come un ragazzino della primavera. Come fosse un esordiente. Un gesto d’altri tempi, un atto d’amore. Che ha commosso ieri nella trasmissione «Tutta la Vita» due grandi ed esperti giornalisti Lucio Caracciolo e Mario Giobbe entrambi romanisti e spesso columnist del nostro giornale. Dopo aver saputo la notizia è stato Caracciolo il primo a commentarla: «Sono commosso, non mi potete vedere, ma se foste qui vedresti i miei occhi lucidi. E’ un gesto dal sapore antico di un giocatore che indipendentemente dal valore tecnico ha dimostrato in tante occasioni il suo attaccamento ai colori». Gli ha fatto eco Giobbe: «Mi unisco alla commozione di Caracciolo. Quella che ha dato Damiano è una lezione a tutto il mondo del calcio e a qualche suo compagno in particolare, come Cassano che dice no a 15 milioni di euro in 5 anni, altro che 15 mila euro. E’ stato spesso messo in discussione qui a Roma, e non ha mai protestato, mai una parola fuori posto, mai una polemica. sono curioso di vedere come la stampa del nord commenterà questo gesto. Mi tolgo tanto di cappello e spero di incontrare presto Tommasi per abbracciarlo».



I commenti da "Il Romanista" del 03.09.2005:





Tommasi ricomincia da zero

Trigoria, ore 10.30, contro la Primavera l'esordio del nuovo Damiano

di Nathanya Di Porto

Corre dietro ogni pallone, si diverte quasi fosse la prima volta che gioca a calcio e, cosa che non guasta,mostra uno stato di forma invidiabile. Visto da lontano Damiano Tommasi fa già una buona impressione,ma sappiamo che le partite vere sono un'altra cosa. L'importante, però, è iniziare con il piede giusto,dimostrare che infondo lui in questa Roma può continuare a starci e a farlo anche con un certo rendimento. Ieri ha annunciato così il suo ritorno alla Roma sul suo sito ufficiale:"Ora ho squadra...(due giorni prima aveva detto:"sono pronto, ma non ho squadra, ndr) non è ancora ufficiale per qualche piccolo particolare ma è questione di poco tempo.Rimarrò alla Roma ancora un anno, spero di trovare sul campo conferme al mio ottimismo e mi auguro di tornare utile al più presto. Qualche dettaglio in più nei prossimi giorni visto che da oggi non potrò più dire e scrivere ciò che mi pare e mi piace nella totale libertà di tempi e modi ma dovrò giustamente attenermi ad un regolamento. Sono motivato, è un nuovo inizio e come ogni primo giorno sono un po'emozionato..."
Emozionato è sembrato anche in questi primi giorni di allenamento con la squadra. Magari non avrà ancora i novanta minuti nelle gambe, forse gli mancherà il contatto con l'avversario, visto che l'ultima volta che se n'è trovato uno di fronte ne è uscito con un ginocchio fracassato. Passato. Un passato dal quale il centrocampista si è già staccato da tempo, perché lui ha solo voglia di tornare a giocare. All'Olimpico, in trasferta, in Europa, poco importa. Quello che conta è sentirsi di nuovo un calciatore a tutti gli effetti. Perché un conto è allenarsi, un altro è disputare una gara vera, di quelle che ti tolgono il fiato, ma che alla fine possono regalarti anche tante soddisfazioni.
Il veronese si sta preparando per regalarsi al più presto la prima convocazione. Oggi Spalletti potrebbe concedergli qualche minuto nell'amichevole contro la Primavera di De Rossi, in programma alle 10.30. Il pubblico ci sarà. Non potrà essere quello dello stadio, ma per l'occasione potrebbe andare bene. Il tecnico ha voluto riaprire le porte ai tifosi. Un'abitudine che con ogni probabilità, prenderà in considerazione durante il corso della stagione. Non ha fatto promesse l'uomo di Certaldo, dipenderà dagli impegni della squadra, ma la tendenza sembra essere quella di avere di nuovo vicino la gente che, in queste prime fasi, pare essere tutta dalla parte dell'allenatore.
Oggi per Tommasi potrebbe dunque essere il primo giorno di un nuovo inizio. Lui, che ha accettato di continuare a vestire la maglia giallorossa con uno stipendio fuori dell'ordinario per il mondo del pallone. Lui che vuole riconquistarsi il suo pubblico e la critica a suon di prestazioni. Seguirlo in allenamento è già un bel vedere. Chiama la palla, corre come ai vecchi tempi, non ha paura di andare in contrasto. Certo, quando si sta in famiglia si usa un occhio di riguardo, ma sapere che è sulla strada giusta lascia ben sperare per il prossimo futuro. Ieri mattina ha svolto le visite mediche di rito assieme al neo portiere Eleftheropoulos, ma nel pomeriggio è sceso in campo al fianco dei compagni. Una partitella in famiglia per riprendere il ritmo e prepararsi alla sfida di oggi. Ha fatto coppia con Dacourt, anche se gli schieramenti erano molto ridotti dalle assenze dei nazionali e da qualche infortunato. Chissà se con il francese formerà la prossima coppia di centrocampo. Per ora sono solo ipotesi.
Ha potuto conoscere gli ultimi acquisti, ha ripreso contatti con i vecchi compagni, ma in fondo vicino alla squadra c'è sempre stato. Ieri ha condiviso l'allenamento con chi è rimasto a Trigoria. È tornato dal Ghana anche Kuffour, mentre Mexes continua con il lavoro differenziato. Sul finire della seduta si è bloccato Alvarez, costretto ad abbandonare il campo per una contusione alla caviglia destra. Dettagli. La cosa più importante è che Damiano era in campo.



«Mai stato così orgoglioso di un giocatore»

di Giuseppe Manfridi

Non so quante partite vinceremo delle trentasette che ancora abbiamo davanti in campionato, ma almeno un momento di acutissima gioia e di grande emozione ci è promesso con certezza assoluta, e sarà quello in cui, sia pure dalla panchina e per pochi minuti appena (ma poi non è detto!), farà il suo ingresso in campo Damiano Tommasi. Quando avverrà, mi auguro che sia tra le mura dell'Olimpico, nel fiato caldo dei nostri spalti. Ve l'immaginate che rombo di piedi pestati a ritmo sul cemento, e quale deflagrante ovazione ne anticiperebbero e accoglierebbero il superamento della linea di gesso e il caracollare a centrocampo, sua casa calcistica da sempre!... Pregusto l'emozione come un sogno destinato a inverarsi, ma poi ci ripenso e mi contraddico. Se il Mister dovesse far debuttare Damiano in trasferta, sarebbe una gioia non da meno vedere e sentire il nostro campione applaudito da chiunque, magari dal pubblico di San Siro o da quello di una provinciale, a sigillo del fatto che i suoi meriti sono tali da creare collegamenti trasversali fra tutti coloro che del calcio vorrebbero ancora assaporare i valori quintessenziali della passione e della volontà premiata.
Un insieme di palpiti può essere definito da un aggettivo destinato a farsi moneta persa, e che nell'attuale contesto di mercato fa quasi sorridere: impagabile. Una parola a cui il grande Damiano sta dando nuova dignità.
Impagabile lui, impagabile la sua voglia di Roma e di pallone, impagabile la sua dedizione al lavoro che si è scelto e di cui sa ancora cogliere il senso di una vocazione realizzata, di dono ricevuto. Impagabili i suoi 1.500 euro al mese. Impagabili poiché carichi di un significato che sfugge a ogni banalizzazione.
Cerchiamo di essere chiari: 1.500 euro in se stessi valgono qualcosa, e, di per sé, meritano un rispetto totale, non foss'altro al pensiero di chi uno stipendio del genere se lo sogna, e grazie al quale potrebbe consentirsi un tenore di vita più che dignitoso. Ma sappiamo bene che stiamo parlando d'altro. Tommasi questi soldi deve accettarli per forza in ossequio alle norme federali che altrimenti non gli consentirebbero di essere tesserato. Con la Roma, per contro, costretta da lui a non dargli un soldo di più. Raramente sono stato tanto orgoglioso per il gesto di un mio giocatore. Ma vado oltre: raramente sono stato orgoglioso per l'atteggiamento di un procuratore, Pretti, chiamato a scendere dalle altezze stratosferche di un mondo che ha fondamenta nel privilegio sociale più smaccato dimensionandosi alla stregua di un essere umano tra esseri umani. Ovvio, la scelta di apporre la firma su un contatto simile non è certo stata sua, ma complimenti anche a lui comunque per essersi guadagnato la fiducia di un atleta tanto eccezionale e così meravigliosamente fuori dal coro.
Ciò detto, faccio 'outing': io pure, trascinato dall'empito nervoso che durante le partite può sfigurarci l'intelligenza, ho mille volte berciato contro Damiano per un passaggio troppo ruvido o per un tackle fallito. Ma mai una volta, giuro, che mi sia frullato per la testa quel "vattene" che spesso, prima o poi, riserviamo anche all'idolo più conclamato. E poi, ammettiamolo: il gol all'Udinese l'anno dello scudetto, o quello realizzato nel fango di Bergamo, o l'avversario braccato e raggiunto dopo una capriola sulla fascia, ma chi se li può dimenticare?...
Tommasi è un campione cristallino (laddove nel campione debbono confluire anche grandi qualità morali), che a tratti e non di rado sa assumere le fattezze dell'autentico fuoriclasse. Ma non voglio neanche fare troppo il romanista (sforzo non da poco). Il grazie che gli tocca non deve essere solo giallorosso, bensì di tutto questo baraccone mediatico/pallonaro che non si capisce mai se troppo povero o troppo ricco, e che solo in virtù di gente come lui può tentare di rimanere fedele agli aspetti più belli della propria identità originale.



VELTRONI TELEFONA A DAMIANO
"Gesto di valore educativo incalcolabile"

Le istituzioni politiche e civili della capitale non hanno voluto far mancare il loro appoggio all'inizativa di Damiano Tommasi che giovedì ha firmato il contratto di un anno con la Roma ai minimi federali: 1.500 euro al mese. Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, si è voluto complimentare personalmente ieri pomeriggio con il centrocampista.
Nella telefonata oltre ad esprimere al calciatore il proprio personale compiacimento per la sua decisione di rimanere ancora con la maglia della Roma, il sindaco ha voluto ringraziare il calciatore per il gesto "dall'incalcolabile valore educativo" con cui l'atleta ha scelto di ridursi lo stipendio, "un atto perfettamente in linea con i principi e i valori che Tommasi ha sempre cercato di promuovere con il suo impegno a favore delle persone meno fortunate".
Anche il presidente della Provincia Gasbarra ha lodato l'iniziativa di Tommasi: "Il gesto compiuto da Damiano Tommasi - ha detto ieri Gasbarra - è un esempio per tutti i giovani, soprattutto in un momento in cui il calcio attraversa una profonda crisi. Tommasi nella sua carriera ha sempre dimostrato, oltre alle sue doti calcistiche, un forte attaccamento ai colori della sua squadra e ai valori della solidarietà, aiutando le persone più bisognose. In un mondo in cui è più importante l'avere che l'essere, Tommasi rappresenta un esempio da seguire e da evidenziare".



I commenti da "Il Romanista" del 04.09.2005:



NELLA GIORNATA DI FESTA A TRIGORIA NON C'E' SOLTANTO IL 4-0 DELLA ROMA ALLA PRIMAVERA

Il gol più bello è di Tommasi

Il centrocampista in campo dopo un anno

Ritorni e conferme. Tommasi e Montella.
Per Damiano è stata la prima partita della nuova stagione con la maglia giallorosa. Emozione (apparente) zero. Voglia tanta. Di dimostrare a tutti che l’infortunio è alle spalle, che il suo ginocchio è pronto per i contrasti di gioco e che il suo spirito può essere utile all’interno dello spogliatoio.
E’ stato il suo giorno. Un giorno che ha atteso per un anno intero. Già la scorsa stagione era sceso in campo per qualche amichevole in famiglia, ma ieri è stato diverso. Sarà stato che è cambiato tutto attorno alla squadra giallorossa: tecnico, dirigenti, squadra e perché no, anche il pubblico. Sarà che ha firmato da poco il suo accordo con la società che lo ha cresciuto, dal momento che questo è il suo decimo anno nella qui. Fatto è che è sembrato un giocatore nuovo.
Anche Spalletti è rimasto sorpreso dai suoi progressi. Non credeva che dal punto di vista atletico avesse raggiunto certi risultati. A volte la testa aiuta molto più del fisico. Non ha perso nemmeno un momento da quando nell’estate del 2004 si ruppe il ginocchio. Lavoro. Tanto. Quello che ha svolto durante le vacanze, senza sapere quale futuro poteva esserci per lui. Tommasi ora ha deciso. Il suo futuro, almeno per un anno ancora, sarà qui. Ieri era lì, nel suo ruolo di sempre, centrale di centrocampo al fianco di Longo. Un primo tempo tra la Roma B, ma in fondo questo importa poco. Quello che conta è che lui c’era. Non ha mai tirato indietro la gamba, anzi in un paio di circostanze è andato a recuperare un pallone che sembrava perso. E quando ha scoccato un tiro verso la porta avversaria è partito l’applauso.
I tifosi lo hanno incitato dal primo minuto regalandogli anche un coro che ormai ha fatto storia. «Mi diverto solo se, solo se gioca Tommasi... lo vogliamo in Nazionale». Per l’azzurro non sembra esserci spazio, ma lui in questa Roma sembra starci benissimo. Ora gli manca di ritrovare il ritmo partita, ma è certo che continuerà ad allenarsi per essere a disposizione al più presto.






IL PROCURATORE E IL CALCIATORE

«Così Damiano è tornato»

Pretti: «Dietro al contratto da impiegato c’è la nostra amicizia»

La prima cosa che ha fatto ieri Damiano Tommasi dopo essere tornato a giocare con la Roma è stata chiamare il suo procuratore, Andrea Pretti. Non lo ha trovato e gli ha lasciato un Sms: «Ti chiamo dopo, dove sei?». Dovunque fosse era lì a Trigoria, lì col suo giocatore per questa specie di ritorno alla vita che è questo ritorno di Damiano alla Roma. Se è successo è perché dietro c’è una storia antica dentro questo calcio moderno. Il titolo: Il procuratore e il calciatore , ovvero come Andrea Pretti e Damiano Tommasi hanno scelto di firmare un contratto da 1.500 euro (scarsi) al mese ed esserne contenti. «Per me che sono il procuratore dovrebbe essere un fallimento: è stata la più grande gioia professionale». Dice Pretti e lo dice senza l’enfasi che solo a leggere uno potrebbe immaginare. Perché Pretti, 53 anni, una laurea in Farmacia e una carriera giornalistica come inviato al Giro della Gazzetta, è molto simile a Tommasi, anche quando parla: calmo, misurato, sobrio, equilibrato. E’ così che si arriva a fare un contratto fuori corso, è così che si fanno i veri colpi di teatro. Così che lo definisce lui che se l’è inventato.
«Tommasi non voleva tornare alla Roma perché non c’erano le condizioni ambientali per farlo, questo lo sanno tutti. Ma poi 9 anni in una squadra si fanno sentire, poi c’era Cristian Chivu che diceva sempre "Torna Tommy" perchè era importante pure per la sua permanenza: avevano gli stessi dubbi. Poi c’è stato l’incontro con Luciano Spalletti che è stato molto franco a non promettergli niente tranne la solita vita da mediano, tutto quello che vuole Damiano. Lì in mezzo a faticare. A faticare era già tornata la Roma. A quel punto mancava l’accordo con la società, perché tra di noi, tra me e Damiano non avevamo mai parlato di soldi, nemmeno una volta. Della durata sì, lo spazio di accennare al problema e di decidere: "se si fa è per un anno al massimo". Così è stato».
Si è discusso su basi ordinarie, insomma, più o (molto) meno, cifre milionarie. Così l’accordo non arrivava: «Ma noi dei soldi non ci interessava. La Roma voleva garanzie di altra natura, noi quelle che cercavamo. A un certo punto Damiano ha esclamato: "ma mi pagassero pure come un impiegato". E’ stato l’illuminazione. L’ho preso sul serio, ne abbiamo parlato davvero, l’abbiamo scelto, la firma è venuta da sé». E tutto il brutto è sparito. Il brutto in questa storia è stato «l’accordo raggiunto nel giugno 2003 con la Roma per firmare fino al 2007 e poi, dopo l’infortunio, non se n’è fatto niente quando era già stato annunciato pure alla stampa». Il brutto è quell’infortunio di un anno fa, all’inferno: «Me lo sono sognato di notte. Per me è stato devastante quanto per Damiano, forse ci sono stato più male io. E’ stato un pensiero da dieci volte al giorno per un mese perché mi chiedevo. "perché a lui che non se lo merita?"». Perché poteva essere la fine: «E Damiano è stato sempre consapevole che poteva non tornare più a giocare a pallone. Ne è stato sempre consapevole». E’stato sempre più forte. I dubbi che sono venuti dopo erano solo quelli se tornare o meno alla Roma. «Qui ci ho messo tanto del mio, perché la Roma è il suo ambiente, perché in nessun posto come a Roma avrebbe avuto tutto il tempo per riniziare. Lo volevano pure Feyenoord e Valencia».
A Roma ce lo portò Pretti 9 anni fa («chiudemmo la trattativa al telefono con Mascetti») dopo averlo scoperto anni ancora prima. E’ l’origine della storia: «Era il ’93, a Verona partita Primavera contro il Vicenza, antistadio del Bentegodi. Col Verona giocava da difensore centrale ’sto ragazzino che giocò benissimo. Chiamai a casa sua per parlare coi suoi genitori». Perché Pretti non tratta con i ragazzini: «Non è solo una questione di etica, non è funzionale nemmeno al lavoro: che ne sa uno di 15 anni di costruzione del futuro?». Tommasi dopo quell’incidente ha riniziato da lì. Ha riniziato dall’inizio.
Ieri, con la Primavera della Roma stavolta. La sua primavera. Fuori dal Bernardini, come nell’antistadio del Bentegodi, non c’era Andrea Pretti e per questo lo ha cercato. Poi lo ha trovato. «Non ci siamo mai persi in tutti questi anni, e non mi dimetto da procuratore perché gli ho fatto firmare a 1.500 euro al mese. Io non sono il suo agente, pensa che prenderò la pensione da giornalista perché verso volontariamente i contributi all’Inpgi. Io non sono il suo procuratore, sono un amico di Damiano». Il suo mestiere.



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