DAMIANO TOMMASI, LA FAVOLA INFINITA


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(le due sequenze qui sopra sono tratte da corederoma.it - clicca sulle immagini per ingrandirle)







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Il saluto alla Curva Sud a fine partita
(le ultime 4 foto sono di Filippo Thiery)


PUNIZIONE LUNGA DI PANUCCI DALLA METACAMPO, SPLENDIDA TORRE DI OKAKA AL CENTRO DELL'AREA, SUL PALLONE SI AVVENTA IL CAPITANO DELLA ROMA, DAMIANO TOMMASI, CHE CON UN GRAN DESTRO IN SPACCATA INSACCA IL GOAL DECISIVO DELLA PARTITA.


07/05/2006 Roma-Treviso 1-0 - 36' Damiano Tommasi


Scarica il filmato del goal (2.95 MB)






(pagelle tratte da Il Romanista)


La parabola di Damiano, elogio della disponibilità

di MIMMO FERRETTI (da "Il Messaggero" dell'08.05.2006)

ROMA - Il dato che deve indurre al sorriso non è quello relativo alle sue reti, due in campionato e altrettante in Coppa Italia, che per un mediano (ma è ancora un mediano?) non sono poche. E non è neppure quello, stranoto e sempre meritorio, relativo al suo stipendio, meno di 1.500 euro al mese, che per un professionista del calcio sono autentici bruscolini. Il dato più bello, legato al nome e al cognome di Damiano Tommasi, un presunto ex giocatore, è quello che tira in ballo la sua disponibilità totale, cioè morale e fisica, alla causa. Occhio ai numeri: da quando, il 30 ottobre scorso all’Olimpico contro l’Ascoli, è tornato a giocare in campionato dopo un infortunio che l’aveva tenuto lontano dalla massima serie per oltre un anno, Damiano non è stato impiegato soltanto due volte, a Rieti contro il Cagliari e in casa della Juventus. Sia a Rieti che a Torino, comunque, era in panchina. In tutte le altre gare, Tommasi ha partecipato, da titolare (13 volte) o da subentrato (13), alla rincorsa verso la zona Champions.
Bene, no? Una rincorsa che è ancora di attualità grazie alla prodezza firmata proprio da Damiano contro il Treviso: un gol da centravanti puro, una zampata di destro su Zancopè in uscita disperata, su assistenza aerea di Okaka. Una rete solo apparentemente facile, così come sembrava facile quella rifilata alla Fiorentina oppure alla Juventus o al Palermo. Lui, si sa, è fatto così: fronzoli pochi, sostanza enorme. «Mi fa piacere aver segnato, ma soprattutto sono contento che la squadra abbia vinto perché così abbiamo dato un senso anche all’ultima giornata di campionato», il suo virgolettato negli spogliatoi dell’Olimpico. Impensabile, conoscendolo, aspettarsi parole diverse, più roboanti, più personalizzate. Perché lui ha sempre messo il gruppo in cima alle proprie priorità. E questo aiuta a capire perché gli allenatori difficilmente ne fanno a meno.
Con Spalletti sulla panchina della Roma, ad esempio, Tommasi ha giocato da attaccante di sinistra, come accaduto contro il Treviso, e pure da attaccante di destra oppure trequartista alle spalle della prima punta e anche centrocampista centrale, cioè mediano. Che dovrebbe essere il suo ruolo naturale e che, probabilmente, era semplicemente il suo naturale ruolo pre infortunio. Perché pur di tornare ad essere un calciatore vero, lui si è adattato a tutto, mostrando la massima disponibilità.
Così, non è azzardato ipotizzare che la Roma gli rinnoverà il contratto, in scadenza il mese prossimo. Magari a cifre “calcisticamente” un po’ più significative, ma solo per una questione di rispetto. La sfida contro il destino, del resto, Tommasi l’ha già stravinta.
E lui non vede l’ora di raccontarla al “tommasino” finalmente in arrivo, dopo tre splendide “tommasine”.


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